martedì 29 aprile 2008





Con questa lettera, datata 1910, Rudyard Kipling cercò di insegnare al figlio a distinguere fra il bene e il male:



Se riesci a conservare il controllo quando tuttiIntorno a te lo perdono e te ne fanno una colpa;
Se riesci ad aver fiducia in te quando tutti Ne dubitano, ma anche a tener conto del dubbio;
Se riesci ad aspettare e non stancarti di aspettare,O se mentono a tuo riguardo, a non ricambiare in menzogne, O se ti odiano, a non lasciarti prendere dall'odio,E tuttavia a non sembrare troppo buono e a non parlare troppo saggio;



Se riesci a sognare e a non fare del sogno il tuo padrone;
Se riesci a pensare e a non fare del pensiero il tuo scopo;
Se riesci a far fronte al Trionfo e alla Rovina E trattare allo stesso modo quei due impostori;
Se riesci a sopportare di udire la verità che hai detto Distorta da furfanti per ingannare gli sciocchi O a contemplare le cose cui hai dedicato la vita, infrante, E piegarti a ricostruirle con strumenti logori;



Se riesci a fare un mucchio di tutte le tue vincite E rischiarle in un colpo solo a testa e croce, E perdere e ricominciare di nuovo dal principio E non dire una parola sulla perdita;
Se riesci a costringere cuore, tendini e nerviA servire al tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,E a tener duro quando in te non resta altro Tranne la Volontà che dice loro: "Tieni duro!".



Se riesci a parlare con la folla e a conservare la tua virtù, E a camminare con i Re senza perdere il contatto con la gente,
Se non riesce a ferirti il nemico né l'amico più caro,
Se tutti contano per te, ma nessuno troppo;
Se riesci a occupare il minuto inesorabile Dando valore a ogni minuto che passa, Tua è la Terra e tutto ciò che è in essa, E - quel che è di più - sei un Uomo, figlio mio!



Rudyard Kipling (Mumbai 13.12.1865 – Londra 18.01.1936)

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Pino Greco

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